Lyla
February 1, 2025Lyla
Questa poesia è stata scritta 40 dopo la strage del 14 maggio 1983 al cinema Eros di Milano, cosparso di benzina e incendiato dal gruppo neonazista Ludwig durante la proiezione di “Lyla profumo di femmina”, con la pornostar Georgina Spelvin. Tra le fiamme morirono sei persone, i cui nomi non furono mai resi pubblici per una forma di privatezza che nasconde, più che l’onore del rispetto, l’ipocrisia del perbenismo.
Il miracolo è come il fiore sull’erica secca e avvizzita
Il miracolo che nessuno può spiegare
E che nessuno può capire
Da Ordet di Carl Theodor Dreyer
Era il paradiso?
Porta che si chiude e che si apre,
una quinta in velluto,
Oscurità che chiude
dentro e chiude fuori,
Oscurità e luce
Di tutti, luogo pubblico infiammato,
fiamme date alle fiamme.
Oggi mi sdraio sul velluto umido,
La mia intimità non è più buia.
La mia anima è un frammento d’occhi,
aspetto Lyla e le sue gambe
Con la trepidazione di una foglia
Nel sospiro del vento.
Chiedo. Sto chiedendo. Allungo le mani, ed è già pomeriggio.
Nessuno, qui, mi chiama col mio nome, sono leggero e solo,
Questo rosso mi abbaglia.
C’è luce e non c’è carne
Quando Lyla si accende
Col fare di una stella
E la grazia di un fiume,
Lo sguardo nel mio sguardo
Finalmente guardato,
Il rosso delle cose
Che appartiene agli amanti.
Un uomo quasi morto
cosparso di benzina,
un corpo mezzo nudo,
Georgina l’ha abbracciato sorridendo
con amore
Mentre bruciava morendo, lo sguardo
sulle labbra che generano amore,
lo sguardo di chi lascia
La vita con rimpianto.
L’ha abbracciato, cadavere,
Profumata di cinema e rossetto.
L’ha abbracciato protendendo le mani
verso un cespuglio di spine arrossate
dal fuoco.
Se lo è messo sulle gambe
Noncurante della pelle bruciata
Fino alle ossa, e in una vestaglia
di seta colorata
L’ha portato con sé dentro la luce,
in una vasca da bagno azzurra.
Nessuno lo ha più visto,
La pietà del silenzio
Tra le poltrone annerite.